04-09-2012
Settembre.
Questo è il mese ideale per fare un trekking nel canyon del Verdon. La calura estiva è cessata, i colori incominciano a virare verso le tonalità calde dell'autunno, l'atmosfera è più limpida e permette di apprezzare meglio le profondità di questa meraviglia naturale. Il Verdon, fiume che attraversa le Alpi dell'Alta Provenza, a valle di Castellane , nei millenni si è aperto una via scavando i plateau calcarei e creando fantastiche e profondissime gole. Il fiume scorre sul fondo, in alcuni tratti lento, calmo, verde, quasi a giustificare il suo nome, in altri tratti invece, mugghiante tra i caos rocciosi, bianco di schiuma, esprime una violenza che fa capire come queste montagne si siano dovute piegare al suo volere.
Soltanto scendendo nelle gole, però, si può godere a fondo del Verdon.
E' vero, è possibile apprezzare la grandiosità di questo sito anche soltanto percorrendo la strada panoramica - preferibilmente in senso orario - che costeggia entrambi i versanti del canyon. Si avrà così sempre sulla destra la vista delle ciclopiche pareti, delle cornici dense di vegetazione lussureggiante, dei caos rocciosi, e si potrà sempre approfittare delle numerose terrazze panoramiche che attrezzano questa strada.
Ma se si vuole capire veramente il Verdon, apprezzarne la magia, stupirsi per ciò che ha creato nei millenni, vedere le forre, le caverne, i caos, udire il suo respiro e la sua rabbia, non c'è altro modo che scendere nel suo regno.
Esiste un facile percorso, il sentiero Martel, che dal Point Sublime, seguendo il corso del fiume sulla riva destra, porta fino all'Estellié. Qui, se si vuole continuare, si può attraversare il Verdon sulla passerella metallica e, piegando a destra, seguendo la riva sinistra con un sentiero più impegnativo, raggiungere Styx (o Stige, il fiume infernale). Già il nome dà l'idea di cosa ci si può aspettare. E se non si è ancora soddisfatti, e non ci si lascia impressionare dai passaggi piuttosto esposti, continuando si raggiunge l'Imbut, dove il Verdon si getta in una grotta. A questo punto il sentiero termina, e non è consigliabile continuare senza una guida locale, per la presenza di passaggi delicati e guadi affrontabili solo in regime di acque basse.
Si ritorna sui propri passi fino all'Estellié, dove, sulla sponda destra, inizia il sentiero del TCF che risale al rifugio La Maline, da dove con un taxi o con il bus navetta si ritorna al Point Sublime.
Noi, per godere appieno della magia del Verdon, abbiamo preferito passare la notte nel canyon, per cui abbiamo diviso l'escursione in due giorni. Ci siamo portati appresso la tendina, i materassini, e lo stretto necessario. Da non dimenticare l'acqua, data l'assenza di sorgenti, e una pila frontale, necessaria anche per la presenza di una galleria, in prossimità di Trescaire, lunga 600 m.
Prima di programmare l'escursione, è bene informarsi sul luogo sugli eventuali rilasci d'acqua dalla diga a monte del canyon, e anche sulle previsioni del tempo. Un violento temporale sul fondo del canyon è sicuramente eccitante, ma forse è meglio evitare simili emozioni!
Al contrario di quanto viene consigliato, abbiamo iniziato il nostro trekking al Point Sublime, per poter arrivare alla Mescla, dove pensavamo di pernottare, al tramonto. Fossimo partiti dallo chalet La Maline, percorrendo in discesa il sentiero del TCF, saremmo arrivati alla Mescla troppo presto, il che avrebbe scombinato i nostri piani.
Quindi, lasciato il camper al parcheggio del Point Sublime, abbiamo iniziato la nostra avventura, immediatamente accolti dalla vista superba del Couloir Samson.....
Prima, però, alcune foto riprese dai punti panoramici stradali:
Questo è il mese ideale per fare un trekking nel canyon del Verdon. La calura estiva è cessata, i colori incominciano a virare verso le tonalità calde dell'autunno, l'atmosfera è più limpida e permette di apprezzare meglio le profondità di questa meraviglia naturale. Il Verdon, fiume che attraversa le Alpi dell'Alta Provenza, a valle di Castellane , nei millenni si è aperto una via scavando i plateau calcarei e creando fantastiche e profondissime gole. Il fiume scorre sul fondo, in alcuni tratti lento, calmo, verde, quasi a giustificare il suo nome, in altri tratti invece, mugghiante tra i caos rocciosi, bianco di schiuma, esprime una violenza che fa capire come queste montagne si siano dovute piegare al suo volere.
Soltanto scendendo nelle gole, però, si può godere a fondo del Verdon.
E' vero, è possibile apprezzare la grandiosità di questo sito anche soltanto percorrendo la strada panoramica - preferibilmente in senso orario - che costeggia entrambi i versanti del canyon. Si avrà così sempre sulla destra la vista delle ciclopiche pareti, delle cornici dense di vegetazione lussureggiante, dei caos rocciosi, e si potrà sempre approfittare delle numerose terrazze panoramiche che attrezzano questa strada.
Ma se si vuole capire veramente il Verdon, apprezzarne la magia, stupirsi per ciò che ha creato nei millenni, vedere le forre, le caverne, i caos, udire il suo respiro e la sua rabbia, non c'è altro modo che scendere nel suo regno.
Esiste un facile percorso, il sentiero Martel, che dal Point Sublime, seguendo il corso del fiume sulla riva destra, porta fino all'Estellié. Qui, se si vuole continuare, si può attraversare il Verdon sulla passerella metallica e, piegando a destra, seguendo la riva sinistra con un sentiero più impegnativo, raggiungere Styx (o Stige, il fiume infernale). Già il nome dà l'idea di cosa ci si può aspettare. E se non si è ancora soddisfatti, e non ci si lascia impressionare dai passaggi piuttosto esposti, continuando si raggiunge l'Imbut, dove il Verdon si getta in una grotta. A questo punto il sentiero termina, e non è consigliabile continuare senza una guida locale, per la presenza di passaggi delicati e guadi affrontabili solo in regime di acque basse.
Si ritorna sui propri passi fino all'Estellié, dove, sulla sponda destra, inizia il sentiero del TCF che risale al rifugio La Maline, da dove con un taxi o con il bus navetta si ritorna al Point Sublime.
Noi, per godere appieno della magia del Verdon, abbiamo preferito passare la notte nel canyon, per cui abbiamo diviso l'escursione in due giorni. Ci siamo portati appresso la tendina, i materassini, e lo stretto necessario. Da non dimenticare l'acqua, data l'assenza di sorgenti, e una pila frontale, necessaria anche per la presenza di una galleria, in prossimità di Trescaire, lunga 600 m.
Prima di programmare l'escursione, è bene informarsi sul luogo sugli eventuali rilasci d'acqua dalla diga a monte del canyon, e anche sulle previsioni del tempo. Un violento temporale sul fondo del canyon è sicuramente eccitante, ma forse è meglio evitare simili emozioni!
Al contrario di quanto viene consigliato, abbiamo iniziato il nostro trekking al Point Sublime, per poter arrivare alla Mescla, dove pensavamo di pernottare, al tramonto. Fossimo partiti dallo chalet La Maline, percorrendo in discesa il sentiero del TCF, saremmo arrivati alla Mescla troppo presto, il che avrebbe scombinato i nostri piani.
Quindi, lasciato il camper al parcheggio del Point Sublime, abbiamo iniziato la nostra avventura, immediatamente accolti dalla vista superba del Couloir Samson.....
Prima, però, alcune foto riprese dai punti panoramici stradali:
Il Couloir Samson visto dal Point Sublime
Il sito di Galetas
Il Verdon, tra le pareti di Galetas, si appresta a sfociare nel lago
Il lago di Sainte-Croix, dove ha termine il canyon
Ed ora, la descrizione del trekking con le immagini.
Primo giorno, dal Point Sublime alla Mescla:
Primo giorno, dal Point Sublime alla Mescla:
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