Lunedì, 21 luglio 1986
Oggi, sul far del giorno, ci aspetta una gita a Jabbaren: 15 km. di penosa salita su una pietraia ci condurranno ad una pinacoteca straordinaria, dove gli antichissimi abitanti di questi luoghi, ora ostili all'insediamento umano, popolati solo da vipere e da scorpioni, hanno fermato sulla pietra la loro storia, con abilità di artisti.
E così buoi, gazzelle, giraffe, ippopotami, figure danzanti di impalpabile leggerezza ci raccontano ora dalle nude rocce, in una luce abbacinante, di un Sahara verde, ricco di acqua e vegetazione.
Torniamo a valle, ma non abbiamo tempo per ripensare alla poesia dei graffiti e delle pitture rupestri: abbiamo i piedi fracassati dalla pietraia, e scopriamo che il radiatore di un'auto perde vistosamente acqua e sempre nella stessa auto perde la pompa della benzina.
Nel campeggio manca anche l'acqua, perchè, ci dicono, manca la corrente a causa del caldo: la spiegazione è chiara. In compenso noi siamo al buio, senz'acqua, con gli scorpioni che passeggiano per il campeggio e un po' demoralizzati.
Ma poi durante la notte un vento, improvviso e fortissimo, preannunciato solo dallo stormire delle palme dell'oasi, porta con sé una pioggia inattesa e ristoratrice.
........................ continua ..............................
Nel campeggio manca anche l'acqua, perchè, ci dicono, manca la corrente a causa del caldo: la spiegazione è chiara. In compenso noi siamo al buio, senz'acqua, con gli scorpioni che passeggiano per il campeggio e un po' demoralizzati.
Ma poi durante la notte un vento, improvviso e fortissimo, preannunciato solo dallo stormire delle palme dell'oasi, porta con sé una pioggia inattesa e ristoratrice.
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