19-10-2006
"Nel Sahara ciò che più colpisce il viaggiatore è lo spazio, la sua sensazione, la sua rappresentazione: quel susseguirsi di plaghe sabbiose, di isolotti rocciosi, di insenature appartate, di promontori, di creste, di dune, di orizzonti piatti e vuoti che non si raggiungono mai, di oggetti che appaiono senza esistere e di oggetti che esistono senza apparire. Si è colpiti da queste forme, da queste presenze arcane che si susseguono e che paiono preludere a qualche cosa di nuovo e di diverso, ma che in realtà non fanno che ripetersi, sempre nuovi e sempre diversi. Un ripetersi che dà il senso dello spazio, il senso del mistero, il senso della vastità del Sahara."
Ma andiamo per ordine. Siamo in Libia, in occasione dell'ultimo nostro incontro (con il Sahara, intendo). Tanta è la nostalgia dei precedenti viaggi nel deserto che quasi vorremmo sorvolare sulle bellezze che, invece, ci sentiamo in dovere di visitare: i due siti romani di Leptis Magna e Sabratha, nei dintorni di Tripoli. Non ce ne pentiamo. E subito la nostra fretta resta placata, non cesseremmo più di aggirarci tra le meraviglie che vediamo in questi luoghi. Sono uguagliate, nella nostra memoria, soltanto dai siti di Palmira in Siria e di Gerasa in Giordania.
Leptis Magna: Foro dei Severi
Leptis Magna: Il proscenio del Teatro
Leptis Magna: Il Mercato
Sabratha: Veduta del Tempio di Iside
Sabratha: Bassorilievo sul proscenio del Teatro
Sabratha: Statua alle Terme
Sabratha: Il Teatro
Ci siamo riempiti gli occhi con la vista di tante opere meravigliose, ma già sappiamo che nulla può eguagliare le opere della natura che vedremo in quello straordinario laboratorio che è il Sahara.
Abbiate pazienza, ci arriveremo presto.
Siamo pronti a partire:
Leptis Magna: La Palestra
(foto di Alfio Cioffi)