Trekking nel canyon del Verdon - 2 - La notte alla Mescla


25-09-2012


Ci si avvicina ormai alla prima asperità da superare: la Brèche Imbert. Si tratta di uno stretto e ripido passaggio, scavato nello sperone roccioso che si insinua nella U descritta dal Verdon alla Mescla. Sei scale metalliche, per complessivi 252 gradini, permettono di superare il dislivello che ci porterà in cima alla dorsale di roccia, da cui si ha una splendida vista del fiume, laggiù, cento metri più in basso. Si ridiscende verso il Verdon, e si prende la deviazione sulla sinistra che, abbandonando il sentiero Martel, raggiunge la Mescla. Qui il Verdon si acquieta, le sue acque non si scagliano più con violenza contro i blocchi di roccia e le pareti verticali, diventa gentile e, scorrendo lento su una spiaggia di ciottoli, accoglie l'Artuby nel suo abbraccio verde smeraldo.
Possiamo scendere fino al fiume, ammirare lo spettacolo delle pareti che ci sovrastano, del cielo che dall'azzurro intenso vira verso tonalità più calde, mentre le ombre si impadroniscono del fondo del canyon. Si ha la sensazione che la notte, contrariamente al solito, salga dalla terra per raggiungere il cielo. 
I sentieri sono ormai deserti, le voci dei turisti sono ormai lontane, siamo soli, noi e il Verdon, che ormai è solo più una lama di luce, sempre più fioca, che taglia l'ombra della gola. Il silenzio è grande, anche i suoni della natura si stanno spegnendo, resta solo la voce del Verdon, sommessa, che pare prepararsi anche lui per la notte. 
E' incredibile come il buio possa avere infinite gradazioni, che ci permettono, se non di vedere, almeno di intuire la grandiosità di quanto ci circonda. A tratti, il verso di qualche uccello notturno si insinua secco nel silenzio. Noi, nella nostra tendina, pervasi da un sottile, irrazionale timore, attendiamo il sonno che tarda ad arrivare. Infine la stanchezza ha il sopravvento e i rumori si sfumano.

E' la notte magica del Verdon.

Non si può dormire a lungo accanto al Verdon. Alle prime luci dell'alba risenti la sua voce, la natura intorno si risveglia. E tu hai fretta, non vuoi perdere nulla di quei momenti per te irripetibili, lo schiaffo freddo dell'acqua sul tuo viso, il verde della Mescla che da cupo diventa smeraldo, le prime lame di luce che si insinuano nelle gole, l'umidità della notte che si dissolve al primo sole. Sensazioni indimenticabili.

Siamo contenti di avere fatto la scelta di dividere l'escursione in due giorni. Oltre ad aver vissuto l'esperienza di una notte nel canyon, ora abbiamo la possibilità di ammirare il canyon in condizioni di luce inconsuete. 

L'Estellié può aspettare: abbiamo ancora un sacco di meraviglie da vedere! 




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La Brèche Imbert


Breccia Imbert
                      
La scala alla Brèche Imbert


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Il 251° gradino


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Le prime ombre della sera



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 Che c'è di buono?


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La colazione



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Il mattino nel canyon


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La spiaggia alla Mescla


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La Mescla e l'Artuby


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La Mescla


Continua......

Trekking nel canyon del Verdon - 3


28-10-2012


Riprendiamo il cammino percorrendo a ritroso il sentiero che ci aveva portato alla Mescla, fino a riguadagnare il sentiero Martel. Da qui, fino all'Estellié, è un susseguirsi di vedute stupefacenti sul Verdon, che scorre poco più in basso. La Baume aux Boeufs, enorme caverna, la deliziosa spiaggia di ciottoli chiari di Prè d'Issane, la gigantesca Falaise des Cavaliers, solo per citarne alcune.
E si raggiunge l'Estellié, dove il Verdon, furioso, si scaglia in una serie di rapide impressionanti, ostruite da enormi massi, con passaggi che, visti con l'occhio di un canoista, raggelano. E purtroppo alcune targhe ricordano le tragedie in cui hanno perso la vita giovani canoisti. 

Qui avrebbe dovuto finire la nostra escursione lungo il Verdon, ma il mio inconfessato desiderio era di raggiungere lo Styx e l'Imbut, mitici siti in cui il fiume dà spettacolo, percorrendo nel primo caso uno stretto canyon secondario, scavato nei millenni erodendo una serie di marmitte dei giganti, e, nel secondo caso, precipitando in una grotta e continuando il suo corso sotto un caos di rocce, per ritornare alla luce a Le Baou Benit.
Riuscii a convincere Mara a continuare, ma, ben presto, vedendo i passaggi esposti e scivolosi che avremmo dovuto affrontare, convenni con lei che non era il caso di rischiare oltre. 





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La Baume aux Boeufs



Pré d'Issane

La spiaggia di Pré d'Issane  (© Frédéric Bonjour)




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Presso la passerella dell'Estellié



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Una rapida dell'Estellié


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I massi sifonati, come quello sulla sinistra, sotto al quale passa l'acqua, costituiscono un grave pericolo per i canoisti


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Anche i passaggi sotto roccia non sono da sottovalutare


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(Le seguenti foto, concesse gentilmente da Frédéric Bonjour, documentano il tratto che noi non abbiamo fatto)


Le Styx
                       
Le Styx (© Frédéric Bonjour)




Le Styx
  
Il Verdon, nel canyon secondario dello Styx, si è aperto la via attraverso antiche marmitte dei giganti (© Frédéric Bonjour)



Passage difficile : le Maugué
 
Il vertiginoso passaggio di Vire-Maugué (© Frédéric Bonjour)



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Baume-Imbut



L'Imbut
 
L'Imbut (© Frédéric Bonjour)



L'Imbut
                       
La strettoia dell'Imbut (© Frédéric Bonjour)


L'Etroit du Baou Béni
 (© 

Baou-Beni (© Frédéric Bonjour)


Ritornati all'Estellié, superata la passerella, si ripercorre per un breve tratto il sentiero Martel, fino al carrefour d'Issane. Qui imbocchiamo il sentiero del TCF che risale fino al rifugio di La Maline, dove ha termine la nostra escursione. Con un taxi ritorniamo al parcheggio del Point Sublime dove il nostro camper ci attende per riportarci a casa, attraverso dolci paesaggi provenzali. 



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Il Canyon visto da La Maline

Veduta del canyon da La Maline



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Tableau presso il rifugio a La Maline



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Al parcheggio del Point Sublime



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Paesaggio provenzale