Il fennek prigioniero

24-11-2006


Apro una parentesi. Dalla Libia saltiamo all'Algeria, molti anni prima.
Scannerizzando le vecchie diapositive della nostra traversata del Sahara, ho ritrovato le foto di un episodio che ricordo sempre, e che ritengo così bello da desiderare di proporvelo subito, prima ancora di raccontarvi il viaggio che - detto per inciso - riteniamo il più bello e coinvolgente, seppur durissimo, di tutti.

Sapevamo che, nei dintorni di El Oued, in Algeria, i berberi, per arrotondare il loro magro bilancio, catturavano i fennek (piccole volpi del deserto) per venderli ai pochi turisti in transito.

E infatti, ai bordi della strada, ci capitò di trovare un contadino e un ragazzino che offrivano un fennek.




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 Ci fermammo, e la vista di quella bestiolina, pazza di terrore, ci colpì talmente che Bruno, con l'approvazione entusiasta di tutti noi, decise di comprare non la bestiolina, ma la sua libertà.


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Detto fatto, dopo una lunga (ma di prammatica in quei posti) contrattazione, venne deciso il baratto. Alcune magliette, dei jeans, per la libertà del fennek.



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Il tempo di una nostra carezza al corpicino tremante e via:
"Vai, corri, piccola volpe, vai libera nel tuo d
eserto e, furba come sei, non farti più catturare! "




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(foto di Bruno Gentile, Bruno Medico e Alfio Cioffi)