Il Sahara libico - Ghat

12-11-2006

Ci dirigiamo verso Ghat, l'oasi che è la naturale porta d'entrata all'Acacus, massiccio montuoso che ospita una delle più importanti pinacoteche all'aperto del Sahara. Le sue sabbie e le sue rocce custodiscono un patrimonio di graffiti e pitture rupestri che testimoniano di un Sahara verde, ricco di acque, popolato da animali, come elefanti, giraffe, bovini, che la desertificazione successiva ha fatto scomparire.

Dobbiamo però riconoscere che il confronto fra l'arte dell'uomo primitivo e le bellezze della natura è sempre a favore di  queste ultime. Gli scenari che si apriranno ai nostri occhi sono indescrivibili. Le
foto che seguiranno ve ne daranno una lontanissima idea.
Si parte, ma ecco il primo degli innumerevoli guasti che accompagneranno il nostro viaggio. Ci dovremmo abituare a questi intoppi: dovremmo fare nostra la calma e la fiducia incrollabile dei tuareg. "Inshallah" dovrà essere il nostro motto: "Se Dio vorrà"!


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Si procede ancora sulla strada asfaltata, attraverso immensi erg e plaghe desolate, la cui aridità testimonia miracoli di sopravvivenza.



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Ed ecco Ghat, tipica oasi sahariana che costituisce la base di partenza, oggi per le Toyota e un tempo per le carovane, di tutte le spedizioni verso il Sud. E' qui, se non lo si è fatto precedentemente a Tripoli, che ci si procurano i permessi governativi, i rifornimenti e i viveri che permetteranno l'attraversamento dell'Akakus.


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Ghat: il vecchio villaggio abbandonato


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Gli immancabili bambini che sembrano materializzarsi dal nulla


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Due stivali, un rastrello, un cesso, e alcuni tuareg. Ma nulla deve apparire strano qui: che la scritta soprastante significhi "Bar"?


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C'è una strana atmosfera in quest'oasi: la calma tipica degli ambienti sahariani è qui soltanto apparente, c'è in realtà una impercettibile frenesia, tutti aspettano con ansia di partire, quasi ignorando le bellezze dell'oasi, le guide sono indaffarate nei preparativi. Gli inesperti chiedono dell'Akakus, dell'avventura che li aspetta, e le guide, i tuareg, e anche gli incalliti frequentatori del deserto che si incontrano in questi luoghi, raccontano, sornioni, di meraviglie, di misteri, di favole che intimoriscono ma rendono ancora più tangibile quest'atmosfera. E poi non si sa quando si potrà partire: gli uffici che rilasciano i permessi pare siano ormai chiusi (è mezzogiorno!), ma alcune voci e l'impegno del nostro capo ci fanno sperare per il pomeriggio!  E' una sarabanda di notizie e smentite, non si sa nulla di certo. Lui comunque è lì che aspetta, con la solita calma incrollabile, con i nostri documenti stretti al petto.  Inshallah!




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E anche noi aspettiamo




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Finalmente la notizia, tutto è fatto, si parte. Ma è ormai quasi sera, e decidiamo di accamparci alle porte dell'Akakus. Trascorriamo una serata inquieta ma piena, l'attesa è tanta, e le ore sembrano non passare più. E il sonno infine placa, non per tutti però, quest'ansia.


  
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(foto di Alfio Cioffi)