Acqua nel deserto - 1

25-05-2007

Un bagno, in un lago, nel deserto: un'esperienza indimenticabile.
Avvenne la prima volta nell'85 , in Algeria. Viaggiavamo in camper, a luglio, con una temperatura di quasi 50°, eravamo in prossimità di Touggourt, e sapevamo che nei dintorni esisteva un lago salato. Era salato, d'accordo, ma era pur sempre acqua, e il desiderio di refrigerio era impellente!  Non avemmo alcuna difficoltà a trovarlo: appena entrati nell'oasi fummo circondati da uno stuolo di ragazzini che si offrirono di accompagnarci. Non aspettavamo altro. Dopo pochi chilometri, tra dune d'un biancore abbacinante, ecco apparire quello che sembrava un miraggio! Un lago azzurro, incredibile, incastonato in una depressione candida di sale, che, sotto il sole feroce, quasi non riuscivamo a guardare, tanto era abbagliante. 


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Prudentemente, pensavamo di immergerci con cautela, per evitare possibili congestioni o coccoloni vari, ma, non appena il livello dell'acqua ci arrivò al bacino, un fenomeno inaspettato ci sorprese. Data l'elevatissima salinità dell'acqua, il nostro corpo subì una repentina spinta verso l'alto, per cui i piedi persero il contatto con il fondo e ci ritrovammo sdraiati sull'acqua, galleggiando perfettamente, senza alcuno sforzo, nel fresco (ci parve addirittura gelido) abbraccio delle acque.


Avs002 (50) - Temacine


Il bagno, indescrivibilmente piacevole, però non durò a lungo, perchè l'acqua che evaporava istantaneamente lasciava sulle parti del nostro corpo che emergevano una crosta di sale, bruciante, tutt'altro che piacevole. Usciti, dopo pochi minuti, sembravamo delle statue di sale. Ma c'erano i nostri accompagnatori che già ci avevano preannunciato un bagno purificatore nell'acqua dolce che veniva utilizzata per l'irrigazione dell'oasi. Acqua fossile, purissima, gelida, che veniva pompata dalle viscere della terra. Altra sensazione indescrivibile.


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Avs002 (55) - Temacine



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Insomma, dovevamo fermarci poche ore, ci fermammo un giorno, convinti anche dalle insistenze dei nostri ospiti che ci offrirono, senza volere nulla in cambio, angurie, meloni dolcissimi, tè alla menta squisito, e un'ospitalità commovente.

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Ci scambiammo gli indirizzi, noi per spedir loro le fotografie, a cui tenevano molto, e loro per mandarci i loro saluti.
E l'anno dopo ricevemmo, con i loro saluti e il loro ricordo, un pacco di datteri: non erano di una qualità paragonabile a quella a cui siamo abituati noi. Ma io non ne ho mai più mangiato di così dolci: avevano il sapore dell'amicizia. 



(foto di Alfio Cioffi, salvo la seconda, scattata da un locale)  

Acqua nel deserto - 2

05-06-2007


Trovare l'acqua nel deserto non è poi un'impresa così disperata.

Basta sapere dov'è.

E anche in questo caso noi lo sapevamo.

Lasciato l'Acacus, siamo entrati nell'Erg d'Awbari, sconfinata distesa di sabbie che si estende per 900 km., sempre uguale e sempre differente, duna dopo duna. E ogni tanto, un lago, verde, contornato da palme, che si prendono la loro rivincita svettando superbe verso il cielo. Il percorso non era in alcun modo segnalato, non c'era una pista da seguire, solo alcune tracce di pneumatici, che spesso e volentieri venivano abbandonate per tracciare un nuovo percorso, deciso sul momento, da quel pazzo che guidava. Si divertiva come un matto a risalire le dune dal lato meno ripido, dove la sabbia battuta dal vento era più compatta, ad affacciarsi sulle creste con le ruote anteriori spesse volte sospese nel vuoto, per poi tuffarsi letteralmente dall'altra parte in un turbinio di sabbia soffice!! Erano bravi, indubbiamente, trattavano le toyota con la stessa familiarità con cui, immagino, avrebbero trattato un dromedario. Con una differenza, però. Le toyota erano più docili e prevedibili. Un cammello certe cose non le avrebbe tollerate!! 



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L'erg d'Ubari


Fu quindi con un certo sollievo, da parte dei più apprensivi fra noi, che le nostre guide ci proposero di continuare la ricerca dei laghi a piedi. E sì, ce n'eravamo quasi dimenticati, ma la nostra meta erano i laghi.



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 Dopo faticosi saliscendi tra le dune  (ma che soddisfazione sentire la sabbia frusciare / squittire / rotolare sotto i nostri piedi)  ecco, improvvisamente, al di là di una cresta , al fondo di quello che appariva come un anfiteatro , il primo lago. Uno spettacolo! E vi risparmio il classico smeraldo incastonato nell'oro della sabbia.


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Il lago Mandara


E al di là ancora - quanti al di là nel deserto! - il secondo lago. Sempre verde. Sempre cinto da palme. Ma più bello!!



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                              Il lago Gabraoun


Va bene che eravamo a gennaio, va bene che non faceva poi così caldo, ma chi se la perde una nuotata in questa meraviglia? Chi viene? Tu? E anche tu? Bene, siamo in tre, a bagno.....




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E dopo, persino la doccia.



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Un bagno nel Sahara? Indimenticabile!!


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(foto di Alfio Cioffi e Mara Poggi)

Echinocereus rigidissimus

10-06-2009


Le fioriture continuano: anche questo bellissimo cactus, nella mia collezione solo dall'autunno scorso, ha dimostrato il suo gradimento per l'ambiente con questo  bellissimo fiore.
L'Echinocereus rigidissimus è una pianta globoso-cilindrica, alta fino a 30 cm., spessa 4-9 cm., di rado pollonante, con 16-23 coste diritte, con areole ovali. Ha 15-23 spine radiali biancastre con sfumature rosse e brune, lunghe 6-10 mm. e disposte a pettine. Fiori diurni, da rosa brillante a magenta, lunghi 6-7 cm., all'inizio dell'estate. Temperatura minima 10°. Originaria dell'Arizona e del Messico.




Echinocereus rigidissimus


Echinocereus rigidissimus fiorito
                 Echinocereus rigidissimus


(foto di Alfio Cioffi)