09-05-2008
Fortunatamente, nei giorni successivi, il vento calò.
Potemmo quindi muoverci a nostro agio, da spiagge a scogliere, da zone frequentate ad angoli sperduti e selvaggi, inaccessibili a qualsiasi natante più grosso delle nostre canoe, godendo di una sensazione di libertà assoluta, quasi primordiale. La necessità di procurarci il cibo con la pesca, di trovare siti protetti per trascorrervi le notti, di individuare le sorgenti per rifornirci d’acqua, ci facevano sentire profondamente integrati nella natura.
La risalita del fiume Fango, a Galeria
Homo Chinatus
Questo però non ci impedì di approfittare, quando se ne presentava l’occasione, delle comodità che trovavamo lungo la costa. Parlo dei ristorantini dei campeggi, e in particolare di una pizzeria che trovammo - stanchissimi, assetati e affamati – su una spiaggia vicino a Porto, al termine di un pomeriggio che avevamo dedicato interamente alla navigazione, senza alcuna sosta.
Le canoe parcheggiate, noi al ristorante
La pizzeria!!!!
Wow! La birra!!!!
C'eravamo accorti infatti che eravamo in enorme ritardo sulla tabella di marcia. Le bellezze del parco marino di Scandola ci avevano trattenuto oltre misura, facendoci perdere la nozione del tempo: con quel ritmo non saremmo mai arrivati in tempo ad Aiaccio. Così decidemmo di raggiungere Porto entro sera, per vedere se c’era la possibilità , alla fine del tempo a nostra disposizione, di caricare noi e le nostre canoe sul traghetto, per ritornare a Calvì. Altrimenti avremmo dovuto forzare i ritmi, per raggiungere in tempo Aiaccio, dove avremmo preso il traghetto per Savona.
Ma anche quella volta tutto andò per il meglio: a Porto gli orari erano perfetti per le nostre esigenze, ed era anche possibile caricare le canoe.
Così, avremmo potuto trascorrere il tempo che ci restava vagabondando tra le scogliere di Scandola e le selvagge coste intorno a Porto, esplorando tutti gli anfratti che si aprivano tra le pareti rocciose a picco sul mare.
Homo dormiens
Toeletta mattutina
Comincia un nuovo giorno
Entrata nel parco marino di Scandola
Fu sorprendente scoprire una volta, proprio sopra le nostre teste, in un canalone che precipitava verso il mare, alcuni mufloni che, con un equilibrio straordinario, si sporgevano curiosi verso di noi: ci osservammo per parecchi minuti, ed era quasi comico vedere l’interesse di quegli animali nei nostri confronti. Poi, con un’agilità e una forza incredibili, con pochi balzi scomparvero dalla nostra vista.
Un’altra volta, invece, scoprimmo una straordinaria spiaggia che non ci saremmo mai aspettati di trovare. Ci eravamo infilati con le nostre canoe in uno stretto e basso cunicolo, che immaginavamo fosse l’ingresso di una grotta: procedendo però l’acqua diventava sempre più bassa, al punto che uscimmo dalle canoe e procedemmo, quasi carponi, attirati dalla luce che, stranamente, si intravvedeva parecchi metri più in là. Il cunicolo finiva all’aperto, alla luce del sole, in una vasta sala il cui fondo era occupato in parte da una sorta di grande piscina verde-blu che, verso la parete di fronte, lambiva una spiaggia di ghiaia che risaliva dolcemente verso la parete di roccia. Guardando verso l’alto, verso l’imboccatura dell’enorme pozzo in cui ci trovavamo, si vedeva la vegetazione che faceva da cornice alle rocce. Si trattava evidentemente di una grande grotta il cui soffitto, anticamente, era crollato, formando così quella specie di enorme crepaccio.
Alla scoperta della spiaggia nella grotta
Il cunicolo di ingresso
Era una delle meraviglie che presenta quel tratto di costa: le nostre giornate trascorrevano da una scoperta all’altra, in una totale immersione nella natura.
Si approfitta dei momenti di riposo per pescare
Il monte Senino al tramonto
E poi, le notti! Si dormiva sotto cieli stellati da paura! Non ho remore ad ammettere che, sdraiato sul mio materassino, mentre aspettavo che arrivasse il sonno, guardando la cupola stellata che mi sovrastava, talvolta ero preda di una grande commozione!
I giorni passavano. A Porto prendemmo il traghetto che ci riportò a Calvì, facendo tappa alla Girolata. L’avventura pareva finita.
E invece non fu così. L’ultima notte, trascorsa su una scogliera, nei pressi del campeggio della Revellata, fu una notte spaventosa. Si scatenarono fortissimi temporali, con raffiche di vento che rischiavano di strappare via la nostra tendina. Non era servita, fino a quel momento, ma quella notte fu veramente una fortuna, averla. Temevamo anche per le canoe, che legammo lontano dal mare, mentre i fulmini rischiaravano a giorno il mare ribollente e le cateratte di pioggia e grandine che si abbattevano con violenza inaudita sugli scogli. Che notte, ragazzi!!!
E al mattino, con un sole che iniziava a farsi strada tra le nuvole temporalesche, l’ultima pagaiata verso il porto di Calvì.
Congratulazioni!!
Qui, la ripresa di contatto con il mondo: la coda per l'imbarco, tra le auto in attesa e la gente chiassosa. E anche una bella gnocca, lì, sulla destra. Era l'unica cosa di cui avevamo sentito la mancanza!!
L’avventura era definitivamente finita!
(le foto di "Corsica in kayak" sono state scattate da Bruno Gentile e Alfio Cioffi)
#1 29 Maggio 2008 - 11:38
RispondiEliminaCiao Alfio grazie del commento che mi hai lasciato, vengo a leggerti appena sono un attimo tranquilla, scusami sto attraversando un periodo difficile ed ho molto poco tempo.
Grazie
#2 26 Giugno 2008 - 00:48
RispondiEliminaWow che viaggio... fantastico!
Prendere e andare...
Ermanno
#3 13 Luglio 2008 - 15:31
RispondiEliminaqueste non le avevo viste
molto belle le foto
ma compagnE di viaggio non ce n'erano? ciao MB
#4 13 Luglio 2008 - 17:06
RispondiEliminaSi, ce n'erano, ma eran delle cozze..! E ce le mangiavamo!
Ma sai leggere? Prima dell'ultima foto! Lo sai cos'è una gnocca?
Ciao MB (potresti anche firmarti NN, ma intanto so chi sei!)
Ciao neh!
#5 05 Luglio 2009 - 17:56
RispondiEliminaRagazzi cè poco da commentare,è''straordinario'',vi capisco,anche io faccio campeggio nautico,spesso da solo perchè non trovo amici disposti a questo tipo di viaggi e allora parto ugualmente con furgone canoa ma anche bici attrezzata e a piedi zaino in spalla,il 23 lug.parto per corsica e sardegna,se ci siete fatemi un fischio,un saluto da mimmo roma
#6 06 Luglio 2009 - 15:57
RispondiEliminaCanoa, bici, zaino: un mix che ti può regalare vacanze straordinarie! A patto di trovare gente come te che le sappia apprezzare! Per fortuna però siamo in pochi!
Beato te che parti: buona avventura!
Ciao
#7 01 Agosto 2009 - 18:02
RispondiEliminaPremesso che ho fatto speleologia dove si condivide tutto con i tuoi compagni di viaggio, onestamente non mi vergogno di invidiare il fatto di non essere stato presente, anche perchè la bellissima Corsica la conosco ed amo la canoa ( ...e l' Hardeche...), ma soprattutto di ammirare il vostro io interiore...libero, coraggioso,solidale nell'amicizia vera, solitario e non ...E SE TUTTI provassero almeno una volta nella vita, a trovarsi soli... davanti alla natura incontaminata, avremmo un mondo migliore. Un cin-cin anche alle Vs. prox uscite...Una strettona di mano....Franco ( mago113@libero.it
#8 26 Settembre 2009 - 19:43
RispondiEliminaBravi ragazzi :) io quest'anno ho fatto il Po da Piacenza a Venezia in 7 giorni da solo e capisco quanto bello sia stato.Per prossimo anno sto preparando 1500 km di Danubio.speriamo bene :) ciao e complimenti Giuseppe da Vivenza
#9 04 Novembre 2010 - 16:04
RispondiEliminaCiao Alfio,
mi chiamo Elena e stavo cercando in rete informazioni per organizzare le prossime vacanze in kayak con il mio compagno e altri amici eh...ho trovato il tuo post...ESATTAMENTE QUELLO CHE VOGLIAMO FARE NOI!!! Lo stesso giro e lo stesso spirito soprattutto!! Mi piacerebbe chiederti alcune informazioni se posso...
Nel frattempo, grazie delle belle emozioni
a presto