Apro una parentesi. Dalla Libia saltiamo all'Algeria, molti anni prima.
Scannerizzando le vecchie diapositive della nostra traversata del Sahara, ho ritrovato le foto di un episodio che ricordo sempre, e che ritengo così bello da desiderare di proporvelo subito, prima ancora di raccontarvi il viaggio che - detto per inciso - riteniamo il più bello e coinvolgente, seppur durissimo, di tutti.
Sapevamo che, nei dintorni di El Oued, in Algeria, i berberi, per arrotondare il loro magro bilancio, catturavano i fennek (piccole volpi del deserto) per venderli ai pochi turisti in transito.
E infatti, ai bordi della strada, ci capitò di trovare un contadino e un ragazzino che offrivano un fennek.
Sapevamo che, nei dintorni di El Oued, in Algeria, i berberi, per arrotondare il loro magro bilancio, catturavano i fennek (piccole volpi del deserto) per venderli ai pochi turisti in transito.
E infatti, ai bordi della strada, ci capitò di trovare un contadino e un ragazzino che offrivano un fennek.
Ci fermammo, e la vista di quella bestiolina, pazza di terrore, ci colpì talmente che Bruno, con l'approvazione entusiasta di tutti noi, decise di comprare non la bestiolina, ma la sua libertà.
Detto fatto, dopo una lunga (ma di prammatica in quei posti) contrattazione, venne deciso il baratto. Alcune magliette, dei jeans, per la libertà del fennek.
Il tempo di una nostra carezza al corpicino tremante e via:
"Vai, corri, piccola volpe, vai libera nel tuo deserto e, furba come sei, non farti più catturare! "
(foto di Bruno Gentile, Bruno Medico e Alfio Cioffi)