12-08-2006
Molte volte, parlando di kiteing, mi hanno chiesto: "Ma voi volate?"
"No" - è la risposta - "Si sta con le ruote per terra, l'abilità sta proprio nel non farsi sollevare dal vento, nel trasformare la forza ascensionale in una forza parallela al terreno, che può imprimere velocità superiori della stessa velocità del vento".
"Ma allora perchè dite: si vola!?"
Ecco, qui sta il punto, il bello del kite buggy.
Non voli con il corpo, ma è il tuo spirito che vola.
E' una sorta di identificazione inconscia con l'aquilone: sei nel vento, ne fai parte, e sali, sali, nell'azzurro o nel grigio plumbeo delle nubi, ma nella natura, felice e leggero come non mai.
Chi non può, non sa, non vuole volare con un mezzo idoneo, ecco che può farlo con lo spirito!
La sublimazione del sogno di Icaro?
Dai, non esageriamo, stiamo coi piedi per terra, noi!
E allora parliamo del lato meramente sportivo: è necessaria una certa preparazione fisica, lo sforzo per guidare e contrastare la spinta dell'aquilone è notevole, anche se con una apposita imbragatura munita di un gancio o di una puleggia ci si può vincolare al kite. Bisogna però fare molta attenzione a svincolarsi non appena la situazione diventa critica, altrimenti son guai. E' necessario conoscere il vento e imparare per gradi a pilotare gli aquiloni: dapprima quelli a due cavi e poi quelli a quattro, che derivano dai parapendii e sviluppano grandi forze di trazione. Attenzione poi alla misura del kite e alla forza del vento, se non ci si vuole far scaraventare a terra da parecchi metri di altezza: ci vuole niente a decollare. Un anemometro tascabile è quello che ci vuole.
Bisogna infine amare il rischio: l'adrenalina scorre!!
E prudenza, prudenza, prudenza!!
(foto di Mara Poggi)
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