Stiamo sorvolando Rennes-le-Chateau, villaggio francese sul quale aleggia un'atmosfera magica. La sua chiesa magnificamente restaurata, la torre Magdala con la ricca biblioteca, la signorile villa Betania, costruite dall'abate Saunière, povero parroco di campagna, sono al centro del mistero. Con quali fondi l'abate ha fatto fronte a tutto ciò? Come poteva permettersi una vita agiata e i contatti con la nobiltà del tempo, non solo locale? Si favoleggia del ritrovamento di un tesoro dei Templari, di una mappa in un sepolcro nella chiesa, di una misteriosa grotta nei dintorni. Anche il Santo Graal è stato coinvolto in questa storia. Alla sua morte si dice che l'abate abbia lasciato un messaggio in codice, relativo al tesoro. Si sono versati fiumi di inchiostro su queste vicende: anche Dan Brown nel suo Codice da Vinci pare confermare le teorie più intriganti.
E noi cosa pensiamo? Questa notte sulla nuvola non si dorme!
Nel cielo luminoso della Provenza, sorvoliamo la Cittadella di Sisteron
Sempre a Sisteron l’imponente roccia della Baume
I contrattempi in questo viaggio non mancano, come in un qualsiasi viaggio-avventura degno di questo nome.
Nonostante tutto, trascinati da un vento impetuoso, abbiamo raggiunto ora l'oceano Atlantico. Siamo su Arcachon, sorvoliamo la duna di Pilat, la più alta d'Europa. Il vento è forte, a nessuno venga in mente di scendere. Intanto non c'è niente da raccogliere, solo sabbia. 🙂
Eccolo, l'oceano Atlantico. Riusciamo ancora a vederlo, prima che le nuvole tempestose e la notte oscurino il tutto.
Dall'Atlantico il vento ci ha riportati indietro sulla valle della Loira, in tempo per assistere ad uno spettacolare volo di uno stormo di gru.
Tenetevi forte! Un vento pazzesco ci sta trascinando sulla Pointe du Raz, in Bretagna, non per niente temuta dai naviganti. E' il promontorio più occidentale della Francia. In lontananza si intravvede il faro sentinella a quello quadrato dell’Île de la Vieille, coperto dalle nuvole.
Notate la corrente violenta, che flagella le rocce del capo.
Il viaggio con le nuvole continua: ecco un curioso incontro nei cieli dell'Olanda.
C'è voluto un po' di tempo ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Abbiamo attraversato l'Atlantico. Sotto di noi, ora, le spiagge nere dell'Islanda.
Siamo seguiti!
Prima le gru, ora i puffin. Che abbiano scoperto che siamo della LIPU?
Islanda, terra di fuoco, abbiamo detto. Nella caldera del vulcano Krafla possiamo scendere fino al cratere Viti dove nudi, alla maniera islandese, possiamo immergerci e godere di un bel bagno caldo. E' comunque consentito l'uso di un costume da bagno!
Islanda, terra di ghiacci.
Sorvoliamo il lago glaciale di Jökulsárlón, tutti belli imbacuccati, in modo da non scandalizzare nessuno!
Ma l'Islanda non è solo terra di ghiacci e di fuoco: paesaggi aperti e luminosi, solcati da corsi d'acqua alimentati dai ghiacciai, si aprono alla nostra vista.
Un vento capriccioso ci ha riportati sugli Stati Uniti. Le nuvole sono scure, minacciose, ma da uno squarcio ci permettono di ammirare, in una notte di luna piena, l'Arches National Park.
Fortunatamente pare che il vento si sia calmato. Veniamo infatti trasportati lentamente sopra una coltre di nuvole che pare vogliano celare alla nostra vista quella meraviglia naturale che è il Bryce Canyon. Migliaia di guglie rosse, lavorate dal vento, sotto di noi a perdita d'occhio. Ebenezer Bryce, uno dei primi pionieri a stabilirsi con la sua famiglia nel 1875 nei pressi di questo sito, diede una curiosa definizione del canyon: "il posto peggiore dove perdere una mucca".
La nostra nuvola, sospinta da venti leggeri, si dirige verso Sud-Ovest, fino a sorvolare la città di Las Vegas. La notte è buia, ma le luci scintillanti rendono perefettamente riconoscibile il tessuto cittadino, con la Strip, illuminata dai neon e fiancheggiata dai casinò e dagli hotel di lusso.
Dalla vita di Las Vegas alla morte, ricordata dalla Death Valley, non c'è poi molto. Infatti, all'alba, ci troviamo a sorvolare un'area desertica, affascinante, che evoca appunto l'assenza totale di vita. E riconosciamo il famoso Zabriskie Point.
Trascorriamo un giorno sonnolento, e caldo, sopra questo deserto. L'aria infuocata sale e circonda la nostra nuvola, al punto da farci temere la perdita del nostro mezzo di trasporto, che vive di umidità. Ma fortunatamente le correnti ci spingono oltre, fino a raggiungere, in un tramonto infuocato, la Monument Valley.La nuvola è scesa, fino quasi a sfiorare il suolo, e qualcuno giura di aver visto dei cow boys e degli indiani fronteggiarsi. Potere della suggestione!
Il vento ora pare non voglia farci abbandonare gli Stati Uniti, e con un non del tutto tranquillo viaggio verso Nord ci scaraventa, è proprio il caso di usare questo termine, in un ammasso minaccioso di cumulo-nembi, in uno squarcio dei quali riconosciamo le Mammoth Hot Springs, nel Parco nazionale di Yellowstone
Poco dopo, sotto un mare di cirro cumuli. intravvediamo il corso del Yellowstone River, con le sue cascate
Ci accorgiamo che la nostra nuvola sale, perdiamo i riferimenti a terra, è preda delle correnti d'alta quota. Ci spostiamo ad alta velocità, anche se non ce ne rendiamo conto. Approfittiamo del momento per riposarci un po'. Gli ultimi trasferimenti sono stati impegnativi, e hanno provato un po' tutti.
Siamo sul mare: a giudicare dalla posizione del sole dovremmo essere sull'oceano Atlantico. Siamo stanchi, avremmo tutti voglia di fermarci un po'.
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Incredibile, ci siamo svegliati e di fronte a noi vediamo un massiccio montuoso, che a molti risulta famigliare. E' il monte Rosa.
Evviva, siamo tornati in Italia, ci possiamo fermare. Un riposo è gradito a tutti.
Il viaggio è stato bello, abbiamo visto bellissimi posti, fatto nuove esperienze, ma il ritorno a casa è gradito.
Grazie a tutti, alla prossima fantasia!!!