Montiglio - Castello in musica - 1

23-06-2009



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Il solstizio d'estate è stato celebrato a Montiglio Monferrato con il festival "Castello in musica - Magie di suoni nel giorno del solstizio", ormai alla sua dodicesima edizione.



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Tra le dolci colline del Monferrato, dallo splendido castello che domina Montiglio, si sono levate note che hanno creato quella magia a cui fa riferimento il sottotitolo del festival.

Numerosi complessi musicali, valenti solisti, hanno contribuito a questo evento che ormai, oltre a rappresentare un incontro di dimensione internazionale per qualità, proposte e scelte artistiche, si inserisce come una realtà produttiva di profondo stimolo verso una sempre più feconda attività artistica futura.

Così il festival ha mantenuto fede ai suoi "spazi caratteristici": i suoni e i linguaggi di molteplici forme di espressione sonora, la musica classica, il jazz, la musica etnica, la musica popolare e altro ancora hanno coabitato per tre giorni in un'unica grande "casa" dei suoni.

Di queste giornate voglio ricordare in particolare, anche per le suggestioni visive, l'esibizione del coro "Cantus Comites", di cui fa parte Mara, mia moglie, e della "Big Band Jazz Company", le cui proposte musicali mi hanno regalato grandi emozioni. 


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Il coro "Cantus Comites" e il direttore, maestro Marco Roncaglia




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 Il maestro Marco Roncaglia spiega al pubblico "i tanti, affascinanti perchè" - per usare le sue parole - dei brani musicali in programma.



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                      La sezione soprani - tenori




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La sezione contralti - bassi



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La soprano solista Antonella Lucio



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I solisti Simone Rebola (tenore) e Simone Cascarano (basso)



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La sezione contralti - bassi



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La sezione soprani - tenori



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La sezione "Vocis Unda"



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                       Spartiti



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Il gran finale


(fotografie di Alfio Cioffi)




.......................... continua.....................



Montiglio - Castello in musica - 2

25-06-2009


Dopo le suggestioni create dal coro "Cantus Comites" nell' esecuzione di brani di "giganti" della musica classica, come Bach, Schubert, Grieg, Rachmaninov, nel castello di Montiglio sono risuonate le note di altri maestri della musica, questa volta jazz.
Il concerto della Big Band Jazz Company era infatti dedicato ai miti della musica jazz americana. Si legge nella brochure di presentazione:

"Le musiche di due giganti degli anni Quaranta americani, Benny Goodman e Duke Ellington, faranno da sfondo ad un percorso in cui le culture musicali si intersecano e si incontrano.

La serata sarà infatti una dedica al "Jazz in bianco e nero", un incontro delle due facce, appunto quella bianca e quella nera, del progresso degli anni Trenta e Quaranta.

Lo spirito fumoso e intellettuale dei club newyorkesi si incontrerà con le orchestrazioni corali tipiche dei party esclusivi delle metropoli americane.

Un concerto d'eccezione, con esecutori di grande spessore, che offrirà al pubblico, appassionato o meno, una prospettiva diversa da cui guardare i grandi classici del jazz americano"








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Lia Lizzi Balsamo, direttore artistico del festival, presenta la Big Band Jazz Company 



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La "Big Band Jazz Company"



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 La sezione sax



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                       Il direttore della band, Gabriele Comeglio, al sax



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Ubaldo Busco al sax baritono



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Gabriele Comeglio al clarino



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Una intensa espressione di Gabriele Comeglio al clarino



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                       Clarino e sax: Benny Goodman dreaming



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Alberto Bonacasa al piano e Roberto Trapella alla chitarra



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   La chitarra di Roberto Trapella



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                       Vittorio Cazzaniga al sax



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                       Vibra il sax di Gabriele Comeglio



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                       Onde di musica



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Mauro Parodi al trombone



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Trascinante assolo al trombone di Mauro Parodi



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Emilio Soana alla tromba



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Emilio Soana: una grande tromba, un grande assolo



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La voce, Caterina Comeglio



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La suadente, graziosa Caterina Comeglio, accompagna con la sua calda voce le ultime note di questo eccezionale concerto, straordinario anche per le suggestioni visive che ha saputo offrire.


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 (fotografie di Alfio Cioffi)



Quattro coraggiosi contro la corrida

11-06-2009


Il seguente video documenta l'intervento di quattro giovani coraggiosi che, nell'arena di Barcellona, mentre il toro agonizzante viene ulteriormente torturato dal torero, aiutato come sempre da un nutrito gruppo di peones, penetrano nell'arena chiedendo pacificamente, con cartelli, l'abolizione della corrida.





La visione di questo video mi induce a alcune considerazioni:
- l'infinita pietà che mi provoca la vista delle sofferenze del toro;
- il numero veramente esiguo degli avvoltoi (senza offesa agli avvoltoi) appollaiati sulle gradinate che godono di questo spettacolo (!), dimostrazione che poi la corrida non è fortunatamente così popolare come alcuni vogliono far credere;
- la ovvia e scontata considerazione sul "coraggio" degli addetti al massacro del toro;
- la violenza con cui sono stati trattati i manifestanti e il tentativo evidente, da parte dei massacratori e dei loro complici, di evitare la divulgazione di foto. C'è una evidente paura che l'opinione pubblica venga informata di questi eventi, vogliono il silenzio (dimostrazione lampante: la rimozione del video riportato all'inizio di questo post!!!);
- infine, chi è violento con gli animali lo è sempre: con tutti!
Non aiutiamo i massacratori col silenzio: esprimiamo il nostro disgusto in ogni modo, in ogni sede. Diamo il nostro conforto a chi si impegna, con i mezzi che ha, per ottenere l'abolizione di questo orrore.
Così possiamo sperare di assistere presto all'agonia della corrida
E se proprio non si volesse rinunciare a vedere la forza del toro (sano) e il coraggio (vero) dell'uomo nell'arena, ecco come si può sfidare il toro:





I campioni

04-10-2006

Sempre parlando di cactus, vi voglio presentare i campioni della mia collezione: un Echinocactus Grusonii (40 cm. di diametro), un Echinocactus Ingens (diametro 35 cm.) e una Mammillaria Eriacantha (35 cm. di altezza).                         

Il Grusonii mi è stato regalato nel 2001, era una pianta presumibilmente di una decina d'anni, coltivata in piena terra in Sicilia. Il cambiamento di clima si è manifestato soprattutto nelle spine, che sono cresciute più deboli e pallide. Ora però pare ambientato, e mi aspetto che fiorisca, Vedremo la prossima estate.

L'Ingens e la Mammillaria provengono invece dalla mamma di una mia cara amica, la signora Maria che, stanca di essere ferita dalle spine spettacolari ma feroci dell'Ingens, voleva liberarsene e minacciava di far fare una brutta fine ad entrambe le piante. Così ho fatto il bel gesto, smaccatamente interessato, e mi sono accollato l'onere di sistemarle ed accudirle!! Anch'io però ho dovuto affrontare lo stesso problema, ho provato sul balcone, ma dopo alcuni profondi graffi subiti da me e da Mara, ho capito che dovevo escogitare qualcosa. E così le ho sistemate fuori, all'esterno del balcone, dove ho allestito una specie di giardino pensile, con tanto di rete antigrandine retrattile. Dopo un periodo di esposizione progressiva al sole, durata quasi due mesi (eh sì, perchè anche i cactus si scottano, e penso non gradiscano le creme solari) si sono ambientate perfettamente, l'Ingens e la Mammillaria sono fiorite, e il Grusonii ha manifestato il suo gradimento con una nuova vegetazione caratterizzata da spine nuovamente forti e d'un bel giallo oro.
Successo!! 




 Echinocactus Grusonii

                Echinocactus Grusonii nel giardino pensile



Mammillaria Eriacantha

                  Mammillaria Eriacantha




Echinocactus Ingens

Echinocactus Ingens





Echinocactus Ingens

 Echinocactus Ingens fiorito



Mammillaria Eriacantha
     
              Mammillaria Eriacantha


(foto di Alfio Cioffi)

Poesia non poesia

08-06-2009


In tutta modestia, visto che non sono un critico letterario nè un cultore della poesia, ma semplicemente un lettore occasionale che si ritiene attratto da tutto ciò che è poetico, cito un brano - tratto dall'intervista di Claudio Arzani a Elena Torresani, autrice del poema in versi "L'inferno di Eros" - che rappresenta perfettamente il mio pensiero:


"Claudio, diciamocelo: che palle! In questo periodo sono nella giuria di un premio nazionale di poesia e ti assicuro che sole, cuore, amore e le foglie che cadono in autunno hanno veramente superato la linea della tollerabilità.
Per me vince chi parla di altro, o chi parla ancora di quello ma in un modo nuovo: che i punti di svolta siano nel contenuto o nello stile,  ma che punti di svolta siano.
Sicuramente ci sono stimoli poetici intramontabili, ma il passato ci ha regalato delle eccellenze talmente irripetibili che diventa imbarazzante in certi casi leggere tutto quello che si è tentato dopo su quella falsa riga."


L'intervista completa e i link ad Elena Torresani li trovate sul blog: Arzyncampo